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PIANDISPAGNA [PER LE CLASSI DELLA SCUOLA TIEPOLO]

Zona umida di interesse internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, il territorio, noto come "Pian di Spagna", é costituito in prevalenza da un'ampia esondazione del Lago di Mezzola.
Il paesaggio vegetale é dominato da canneti a cannuccia di palude. Si segnalano inoltre, boschi misti di latifoglie, ampie zone agricole adibite a pascolo o appezzamenti a mais.

 

 

 

La Riserva

·1 Ente Gestore: Consorzio Riserva Naturale Pian di Spagna - Lago di Mezzola

·2 Sede: Via Della Torre 1/A - 22010 Sorico (CO)

·3 Tel: 0344/84251

·4 Fax: 0344/94556

·5 E-mail: piandispagna@libero.it

·6 Superficie: 1.586,4 ha

·7 Provincia: Como e Sondrio

·8 Istituzione: 1980

 



La gestione della Riserva è stata affidata al Consorzio costituitosi nel 1988 tra le Comunità Montane Alto Lario Occidentale, Valchiavenna e Valtellina di Morbegno Il Consorzio ha provveduto a redigere il piano di gestione della Riserva approvato dalla Regione Lombardia il 20 dicembre 1996.





Cenni storici

In epoca romana il Lago di Como e l'attuale Lago di Mezzola costituivano un unico corpo.
Solo successivamente il materiale depositato dalle frequenti alluvioni dell'Adda iniziò ad accumularsi fino a formare il Pian di Spagna. I due laghi restarono in comunicazione attraverso la Mera.
La preziosità di quest'area è stata segnalata dalla Convenzione di Ramsar, un documento importantissimo a livello internazionale per la salvaguardia delle zone umide soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, che l'Italia ha sottoscritto nel 1971. Nonostante questo, come spesso accade, il cammino che ha portato alla sua protezione è stato lungo e difficoltoso.





Flora

La Riserva Naturale Pian di Spagna - Lago di Mezzola è un ecosistema complesso in cui sono presenti zone a canneti, prati umidi e superfici agricole tuttora coltivate.
Il canneto più esteso e rilevante occupa la fascia a nord del Pian di Spagna (Stalle della Poncetta). La pianta di gran lunga dominante è la cannuccia di palude (Phragmites australis) a volte accompagnata dalla meno comune tifa maggiore (Typha latifolia). Nel canale Borgofrancone sono presenti le rare e leggiadre ninfee (Nymphaea alba) e i nannuferi (Nuphar lutea). Nelle aree meglio conservate, come la sponda meridionale del Lago di Mezzola, alle spalle del canneto si trovano i cariceti. Le carici sono piante a foglie strette e dure raggruppate in densi cespi. L'aperta distesa prosegue poi con boschetti di ontano, salice, farnia, pioppo e prati ricchi di trifoglio adibiti a pascolo bovino e battuti, soprattutto nei periodi autunnale e primaverile, da forti venti che rendono la zona ancora più affascinante.





Fauna

Le acque dei canali, della Mera e del lago di Mezzola sono abitate da varie specie di pesci, fra cui persici (Perca fluviatilis), lucci (Esox lucius), bottatrici (Lota lota), trote (Salmo trutta), agoni (Alosa fallax) ed anguille (Anguilla anguilla). Canali, pozze e stagni sono ricchi di rane e rospi. Fra i mammiferi sono comuni lepri, volpi, pipistrelli e diversi micromammiferi come il topo selvatico (Apodemus sylvaticus); molto rara invece è la puzzola (Mustela putorius). Interessante la piccola popolazione di cervi (Cervus elaphus) che frequenta la Riserva, mentre dagli inizi degli anni '80 non si hanno più segnalazioni certe sulla presenza della delicatissima lontra (Lutra lutra).
Il vero patrimonio della Riserva è, però, costituito dall'avifauna, sia nidificante sia, soprattutto, migratoria. Fra migratori e stanziali sono stati osservati uccelli appartenenti a 200 specie diverse, fra cui il voltolino (Porzana porzana), il piro piro piccolo (Actitis hypo leucos), il martin pescatore (Alcedo atthis), il rarissimo pettazzurro (Luscinia svecica), il cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus), la cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris), il forapaglie macchiettato (Locustella naevia), il pendolino (Remiz pendulinus), la balia nera (Ficedula hypoleuca) e la balia del collare (Ficedula albicollis).





Sono state inoltre censite 24 specie di uccelli acquatici, fra cui si possono ricordare il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), lo svasso maggiore (Podiceps cristatus), lo svasso piccolo (Podiceps nigricollis), l'airone cenerino (Ardea cinerea), il cormorano (Phalacrocorax carbo), il germano reale (Anas platyrhynchos), l'alzavola (Anas crecca), il fischione (Anas penelope), la canapiglia (Anas strepera), il mestolone (Anas clypeata), il fistione turco (Netta rufina), il moriglione (Aythya ferina), la moretta (Aythya fuligula), lo smergo maggiore (Mergus erganser) e la folaga (Fulica atra). ella Riserva nidifica regolarmente una piccola popolaione selvatica di cigno reale (Cygnus olor).

 

 

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La riserva del Pian di Spagna lago di Mezzola

Un ambiente di rilevanza internazionale
tra Valtellina e Valchiavenna

( Valtellina Magazine - Testi e Fotografie di Claudio La Ragione )

 

 

 

Pian di Spagna

Località posta all’apice settentrionale del Lario, oltre il fiume Mera, è una vasta area all’imbocco della Valtellina e della valle del Mera che fino al secolo scorso funestata dalla malaria e dalle alluvioni. 

Così chiamata perché nel XVII e XVIII secolo vi si trovano accampamenti spagnoli che dal Forte di Fuentes, baluardo di difesa del Cattolicesimo eretto nel 1603 sull’unica altura del Piano, il colle Monteggiolo, controllavano il territorio lariano e la pianura della Valtellina e della Val Chiavenna.

 

La bonifica del territorio venne intrapresa e portata a termine dagli Austriaci nel 1858. Costoro realizzarono l’inalveamento del tratto terminale dell’Adda e, dopo circa 4 chilometri di corso artificiale rettilineo, lo fecero sfociare direttamente nel lago. L’intera zona a nord del nuovo alveo venne così recuperata.

 

L’eccezionalità di questa zona paludosa, oggi riserva naturale, sta nel fatto di essere una delle poche zone umide d’importanza internazionale racchiusa in un paese alpino. Costituisce l’ambiente ideale per molti tipi di uccelli stanziali e numerose specie di migratori e meta d’abbeveramento per i cervi che popolano la zona. 

I canneti, per esempio, che si estendono nelle zone non ancora bonificate, offrono rifugio a molti nidi di uccelli migratori come la cannaiola, il cigno reale e altre decine di specie animali più o meno protette.

l'alto Lario

il territorio

La parte settentrionale del Lago di Como, conosciuta con il nome di Alto Lario, è un'area ricca di storia e di natura, dalle bellezze paesaggistiche incontaminate, che danno alla zona una precisa identità distinguendola dalle altre terre comasche.

Terra di antiche usanze ha saputo sfruttare al meglio la vicinanza con la Svizzera e con i paesi del Nord Europa diventando meta di turisti amanti degli sport acquatici e montani. L'alto Lario offre occasioni di svago e di arricchimento per tutti i gusti e tutte le esigenze.

Arte e storia:

Storicamente è conosciuto come il territorio delle Tre Pievi , i paesi detentori di potere religioso e amministrativo, ovvero Gravedona, Dongo e Sorico. L’area fu sicuramente frequentata e abitata in epoca romana e in questa zona l’importante percorso della Strada Regina si fa ancora più intricato e strategico, da Gravedona e Dongo, si poteva raggiungere trasversalmente attraverso il passo di Sant’Jorio , la Mesolcina (dove oggi troviamo Bellinzona).

Le tracce del passato, i segni del tempo sono ancora tutti lì pronti per essere letti, ritrovati e decifrati…
E il più delle volte sono gli edifici religiosi a custodire le testimonianze più evidenti , spaziando dall’epoca romana ai fasti barocchi:

A Santa Maria Rezzonico, sono visibili i resti di un antico recinto fortificato datato al 5-6 secolo che costituiva uno sbarramento , un controllo sul traffico lacuale ma anche su quello terrestre della via Regina.A Gera Lario tracce di mosaici appartenenti probabilmente ad una domus romana.

Il medioevo trasmette tutto il suo fascino , il suo mistero nell’ affascinante area sacra di Gravedona, dove troviamo uno degli edifici più particolari del romanico lombardo, Santa Maria del Tiglio, ma anche sulle rive del lago di Mezzola dove avvolto nel silenzio e nella natura sorge l’oratorio di San fedelino dell’anno mille.

Il linguaggio rinascimentale è quanto mai vivo e presente e costituisce una vera e propria sorpresa trovare interi cicli di affreschi in buono stato di conservazione e di ottima resa pittorica come quelli in Santa Maria delle Grazie a Gravedona, in San Vincenzo a Gera Lario o San Martino a Montemezzo e ancora nel San Miro a Sorico o a San Giacomo di Livo. 

È davvero una sorpresa il ‘500 altolariano, qualcuno ha addirittura definito per questo motivo l’alto Lario la piccola toscana del comasco.

 

Infine il ‘600 con i colori vivi e teatrali del Fiammenghino, il suo inferno in una chiesa altrettanto sorprendente come il Sant’Eusebio di Peglio costruita in splendida posizione dominante il lago e le montagne tutt’attorno.

L’ unicità e le bellezze artistiche di questi luoghi diventano ancor più imperdibili se si pensa al contesto paesaggistico al fascino dell’ambiente naturale nel quale sono inserite...

La natura in Altolario

Intere vallate che hanno conservato intatto l’ambiente naturale, fiumi, torrenti, panorami incantevoli e varietà di ambienti .

Tutto questo troverete visitando la Valle Albano, la Val Darengo, La Valle del Dosso del Liro o il Pian di Spagna.
Il Pian di Spagna così chiamato dall’ epoca della dominazione spagnola, è una vasta zona umida ,istituita nel 1985 dalla Regione. 

 

Si trova al termine dei canali vallivi della Valtellina e della Valchiavenna in un luogo che costituisce una tappa obbligata per gli stormi migratori che dalle alte vette del Nord volano verso l’Africa. 

È cosi facile ed emozionante osservare , magari con l’aiuto di strumenti adatti quali binocoli e cannocchiali aironi cinerini, svassi, germani e cigni in parte nidificanti e in parte erratici,provenienti dai laghi svizzeri , probabilmente ghiacciati.

La Valle Albano si apre alle spalle di Dongo, seguendo un orientamento quasi rettilineo, interessa i comuni di Dongo, Stazzona, Germasino e Garzeno. Storicamente questa valle fu legata al fenomeno del contrabbando, per la presenza di numerosi sentieri percorsi dagli "spalloni" tra Alto Lario e Svizzera. Dal punto di vista architettonico è possibile trovare qualche traccia dei vecchi "masòn" singolarissime costruzioni rurali dal tetto spiovente realizzato con la paglia di segale.
In fondo alla valle è situata l’oasi Valle Albano, una delle zone protette più rilevanti di tutto il comasco. 
Le specie faunistiche sono numerosissime ed in forte quantità, dai camosci nei pressi del Pizzo di Gino, dai cervi ai caprioli e alle marmotte

Dal paese di Gravedona salendo verso la montagna si raggiunge un’altra valle importante e ricca di fascino come la Valle di di Livo ricca nei secoli passati di produzione agricola e pastorale, questo territorio conserva un patrimonio artistico, assolutamente unico e stupefacente costituito da affreschi votivi sui muri delle chiese e delle case in pietra, tradizioni, usi, dialetti che vanno conservati e tramandati alle generazioni future.

Sport/divertimenti

Numerose sono le aree dedicate alla ricettività e allo sport, come lidi comunali, piscine, il centri sportivi con campi da tennis, i campi  da calcio, piste d'atletica e varie piste ciclabili.

Il territorio dell'alto Lario offre ulteriori attrazioni: a Domaso, località leader in Europa per il WindSurf, si possono praticare gli sport nautici a tutti i livelli. 
Ci sono scuole di windsurf, scuole di vela, possibilità di praticare sci nautico ecc.

Nel Pian di Spagna (10 km) è possibile andare a cavallo, a Menaggio (20 Km) è possibile giocare a Golf in un campo a 18 buche. 

Per chi ama la montagna numerose sono le mete alpinistiche, percorsi per mountain bike e trekking immersi nella tranquillità di boschi secolari che, assieme alle cime delle montagne e a numerosi laghi alpini, offrono paesaggi unici.

Per chi invece cerca tranquillità e il riposo, le spiagge, il lido comunale o delle romantiche passeggiate sul lungolago offriranno momenti di relax unici. 

Numerose sono le attrattive culinarie: vari sono gli alberghi e i ristoranti che propongono cucina tipica.

 

Per il divertimento dei più giovani ci sono sale giochi, discoteche, pub.

Le calde sere d'estate sono ricche di avvenimenti ricreativi e colturali per tutti i gusti.

 

 

I sapori della terra / gastronomia

Come il territorio del Lario Occidentale è costituito da due aree ben diverse la fascia costiera i paesi a lago e le valli ovvero i paesi più in quota ,così la cucina avrà sapori diversi,una cucina più legata al lago con il suo naturale protagonista il pesce e l’altra più arcana e segreta, legata alle valli, i formaggi, la polenta, la selvaggina.

I piatti più tipici del Lago sono naturalmente a base di pesce come il persico, i missoltini (così vengono chiamati gli agoni, che vengono pescati tra maggio e giugno, essiccati al sole e pressati nel sale, nelle "missolte" di latta) il pesce in carpione, le alborelle e le trote.

Nelle valli accanto ai formaggi, i latteria, le "semude", i caprini è possibile gustare piatti di selvaggina, funghi, capretti e agnelli ma anche diversi tipi di miele, quello di castagno, dal sapore più forte e penetrante o quello di acacia, molto più leggero.

I dolci possono essere semplici ma gustosi come la "Miascia" fatta unendo pane raffermo, latte,uova, uvette e farina.
Il lago di Como produce grazie al clima mite delle sue coste l’olio più nordico d’Europa, di bassa acidità e molto fluido prodotto con le olive macinate a pietra e spremute a freddo nel frantoio Vanini di Lenno, l’unico ancora in funzione in tutta la provincia di Como.

PIAN DI SPAGNA

Appena fuori Colico , in direzione della Valtellina, si incontra il Pian di Spagna, così chiamato per le truppe spagnole che si fermarono nei secoli XVII e XVII.
Benché poco accogliente e paludoso , questo lembo di terra ebbe grande importanza nelle vicende storiche della Lombardia.  Qui fino al 1797 era tracciato il confine tra il Ducato di Milano e i Grigioni svizzeri.
Oggi l’area , che si ricongiunge al laghetto di Novate Mezzola, è diventata una riserva naturalistica internazionale. Progettata da Legambiente e Wwf, la zona è l’habitat naturale per centinaia di specie a rischio di estinzione, e l’ideale rifugio nell’intrico di canneti, per molti uccelli stanziali e migratori tra i quali si contano in discreto numero folaghe, vari tipi di anatre ( germani, morette, moriglioni, alzavole, marzaiole ) , svassi, cigni reali, albanelle, rapaci notturni ecc.
Tra i mammiferi sono presenti vari tipi di mustelidi e forse la lontra , la cui presenza non è stata mai confermata.
All’interno dell’oasi ci sono dei sentieri guidati per l’avvistamento di uccelli e altre specie di animali e un servizio di guide - su prenotazione – che accompagnano nei punti più suggestivi della riserva.

Località posta all’apice settentrionale del Lario, oltre il fiume Mera, è una vasta area all’imbocco della Valtellina e della valle del Mera che fino al secolo scorso era funestata dalla malaria e dalle alluvioni. 

Così chiamata perché nel XVII e XVIII secolo vi si trovano accampamenti spagnoli che dal Forte di Fuentes, baluardo di difesa del Cattolicesimo eretto nel 1603 sull’unica altura del Piano, il colle Monteggiolo, controllavano il territorio lariano e la pianura della Valtellina e della Val Chiavenna.