JUSTIFIED
Che
dire dei dischi di Justin Timberlake e Nick Carter? Timberlake è il leader
degli ‘NSync oltre che l’ex fidanzato di Britney Spears. Carter, il più
giovane membro dei Backstreet Boys. Entrambi debuttano come solisti dimostrando
che la loro dimensione è, oggi, esattamente la stessa che avevano (ieri) nei
rispettivi gruppi di riferimento. Più convincente Timberlake, più “low” il
povero Carter, né l’uno né l’altro, duole dirlo, è un grandissimo
artista. Del resto, nessuno si aspettava che lo fossero.
A dire il vero, in “Justified”, anticipato dal singolo “Like I love you”
(buon successo in radio e sulle tivù musicali) un po’ di ricerca c’è. La
produzione è di buon livello e i dichiarati gusti musicali di Timberlake (più
probabilmente, i gusti musicali di chi ha lavorato con e per lui) si
rispecchiano abbastanza in questo disco. Soul, molto r’n’b, hip hop della
buona scuola americana, blues spruzzato di rock (o viceversa), in sostanza
musica bianca che si mescola a ritmi e atmosfere black. Anche se il look da
ranchero texano di Justin è insopportabile, grazie a un paio di brani più
azzeccati di altri (la spagnoleggiante “Senorita”, ma anche “Cry me a
river”, che ha una bella melodia), questo tutto sommato è un album che
funziona. E probabilmente non in Italia, ma negli Usa – dove qualche disco
ancora si vende – ha le carte per guadagnare ben più di qualche dollaro.
Diverso è il discorso per “Now or never”: chi scrive non ha nulla contro il
pop disimpegnato e leggero, ma questo è davvero un po’ troppo
disimpegnato e leggero, con i suoi “Uah uah” “Yeah yeah” buttati qua e là.
Certo è un disco dolce e rasserenante. Certo, se vi piacciono le ballate
romantiche, “Do I have to cry for you” è una canzone-preghiera per ottenere
una relazione stabile e normale con una donna, e potreste anche apprezzarla. Il
singolo “Help me” ha funzionato bene in radio, anche in Italia. E poi,
certo, Nick Carter afferma di aver subito l’influenza rock di idoli come Bruce
Springsteen, e che la cosa salta all’occhio in brani come “I stand for you”.
Ma Nick Carter non è Springsteen. Ovviamente. La conclusione? Se siete
appassionati di boy band americane e dintorni, comprate questi dischi.
Altrimenti è meglio lasciar perdere.